Strumenti musicali e vocali: le sottili affinità dell’accordatura

Strumenti musicali e vocali: le sottili affinità dell’accordatura.

Curiosità tra vocali e costruzione degli strumenti musicali

Per capire perché gli strumenti musicali sono dotati di una ben precisa accordatura, bisogna indagare la fonte di tali ispirazioni, constatato che in tutte le persone esiste una accordatura fissa, che le tonalità misurate ad oggi sulle persone sono:  DO-RE-SOL, maggiori e minori, che la nota tonica è ricavata dalla risonanza del torace senza aria, la terza è ricavata dalla risonanza del cranio e la quinta dalla risonanza del torace pieno di aria.  Assodato che questa è una costante per  tutte le persone, che l’intervallo di terza tra cranio e torace può essere maggiore o minore, cioè tra persone il cui intervallo tra torace e cranio è diverso di un semitono, e con la razionalizzazione della meccanica delle vocali parlate, risulta evidente e nitida l’importanza del suono delle vocali, nella costruzione degli strumenti musicali.

Le note musicali corrispondenti alle normali vocali pronunciate nel linguaggio verbale,  risultano distribuite  tra la risonanza del torace e del cranio, con la normale successione A E I O U, ascoltando anche con la mano le vibrazioni sul corpo mentre le diciamo, si potrà notare come pronunciando la  “A” questa vibra nel torace mentre la “U” vibra nel cranio, nella successione delle vocali dalla “A” alla “U” si può notare come la vibrazione sale dal torace verso il cranio, risulta ancora  più evidente se aggiungiamo  il ritorno verso la  “A”  con la successione  A E I O U O I E A,  pronunciando vocali corte ma legate,  senza “cantare”, come se si dicesse “aiuola”, dove già pronunciando questa parola si evidenzia lo spostamento di vibrazione, dal torace al cranio e viceversa.

Questa considerazione da modo di pensare che se la “A” vibra nel torace e la “U” vibra nel cranio, le note corrispondenti alle vocali sono la nota rilevata dal torace per la “A” e la nota rilevata dal cranio per la “U”,  le altre vocali sono prodotte dall’apparato fonatorio,  cromaticamente all’interno dell’intervallo di terza torace-cranio.

Poniamo il caso di una persona accordata in Do maggiore,  le note corrispondenti alle sue vocali A E I O U, saranno DO- DO#-RE-MIb-MI, se invece la persona è accordata in RE maggiore le note corrispondenti alle sue vocali saranno RE-MIb-MI-FA-FA# ,  se invece è accordata in Sol maggiore le sue vocali corrispondenti saranno SOL-SOL#-LA-SIb-Si. 

Questo per le persone accordate in maggiore,  le persone accordate in minore tra le vocali hanno meno spazio di un semitono, resta il dato che al suono del loro torace corrisponde la loro vocale “A” e al suono del loro cranio corrisponde la loro vocale “U”, e che è possibile calcolare il suono e lo spazio tra le vocali  che adoperano per parlare. 

Il suono delle consuete vocali emesse dalla voce umana, sono parametro per la costruzione degli strumenti musicali, le note attribuite alle corde libere degli strumenti ad arco, oltre ad essere presenti nei  suoni fondamentali oggettivi e reali del corpo umano, come la risonanza diretta del torace e del cranio, si trovano note che sono prodotto della voce e che quindi appartengono ad un “fattore espressivo” umano, cioè la ” I”  la terza vocale della voce umana, forse perché essendo a metà strada tra gli estremi,  fa vibrare il torace ed il cranio contemporaneamente, comunque all’interno della  progettazione degli strumenti musicali ad arco.

La didattica musicale strumentale, si basa sulla conoscenza e pratica di tutte le note di una tastiera dello strumento, alcuni strumenti agevolano la pratica perché costruiti con una tastiera dai suoni fissi, tramite cui un meccanismo ne provoca il suono, come l’organo e il pianoforte,  su altri strumenti come voce, archi e fiati,  il rapporto del musicista con lo strumento è più diretto non può pensare ad altro e suonare come sul pianoforte puoi premere dei tasti e leggere un libro, con il canto e gli strumenti ad arco e fiato il suono lo si deve preparare prima dell’emissione,  e bisogna “cantarlo”  interiormente prima di produrlo.

Quando leggiamo in silenzio un testo scritto, la voce che riusciamo ad immaginare è quasi sempre la nostra o di chi ha scritto il testo, quando invece pensiamo il suono, il parametro di confronto è il “suono” delle nostre vocali, nel canto come negli strumenti  ad  arco e fiato, preparare il  suono all’emissione , per poterlo emettere completo e deciso come se si stesse cantando, è insita una conoscenza che attinge da suoni a noi familiari, quindi dalla nostra memoria, la quale predispone per ogni nota un adeguato coordinamento fisico della postura e della respirazione.

Le varie famiglie degli strumenti ad arco non  sono accordate tutte con le stesse note a corda libera, ma in diversi modi consecutivi, partendo  dal contrabbasso accordato dall’acuto al grave SOL-RE-LA-MI al  violoncello e la viola  LA-RE-SOL-DO- al violino MI-LA-RE-SOL.

Nelle note a corde libere di questi strumenti è nascosta l’attrazione stessa per questi strumenti, nel senso che  se  nella pratica strumentale, si comincia con una scala eseguita da una corda grave verso la successiva, eseguendo in pratica una scala da un suono verso la sua ottava superiore e viceversa,  la corda libera grave, diventa tonica per quella scala, se la nota di partenza è consonante ad un suono fondamentale della voce di chi lo suona, è più facile che si crei simbiosi tra strumentista e strumento, già con scala stessa.

Per evidenziare la posizione delle vocali nella costruzione degli strumenti ad arco, bisogna strutturare la distribuzione come segue:

 -il contrabbasso può essere compatibile con persone accordate in DO maggiore  perché in possesso del MI del cranio, del SOL del torace, il RE che è la loro terza vocale, e del LA che è relativa minore,

-può essere compatibile  con le persone accordate in SOL maggiore,  perché in possesso del  SOL fondamentale, del RE che è la loro quinta, il LA che è la loro terza vocale, e del Mi che è la relativa minore,

– Violoncelli e Viole trovano affinità con persone accordate in DO maggiore, perché possiedono il DO fondamentale, il SOL che è la quinta del torace,il RE che è la loro terza vocale ed il LA che è la relativa minore,

-I violinisti quasi tutti accordati in SOL maggiore e minore,  è evidente che trovano soddisfazione da subito, perché trovano compatibilità con il violino per IL SOL che è la fondamentale, il RE che è la quinta del torace, il LA che è la loro terza vocale , ed il MI che è la relativa minore,

Risulta evidente come in ogni strumento, le note affini  sono relative al risonanza del cranio “U” del torace “A”  e la costante terza vocale, la “I”. 

La chitarra nonostante sia uno strumento polifonico, si aggiunge alla lista di strumenti con la casuale vocale “I” dello strumentista che la suona, solo con persone accordate in SOL maggiore, i quali dalle misurazioni eseguite fino ad oggi, si può dire che sono la maggioranza.

Le note che troviamo sulla chitarra partendo dall’acuto sono: MI-SI-SOL-RE-LA-MI, con questa accordatura una persona accordata in sol maggiore ha affinità con i MI per la relativa minore il SI per il suono del cranio il SOL come la fondamentale il RE che è la quinta del torace pieno ed il LA che è la sua terza vocale.

Nella famiglia dei fiati le affinità  tra le vocali e la nota fondamentale dello strumento, si riducono ad una sola delle nostre vocali, prevalentemente DO, FA, SIb, MIb, singolare che gli strumenti a fiato in DO sono gli unici ad avere affinità con la risonanza del torace, la “A” di chi lo suona, mentre gli strumenti in SIb- MIb- FA, delle tonalità SOL minore, DO minore e RE minore, hanno più affinità con la risonanza del cranio, quindi affinità con la vocale “U”:

–  il flauto traverso possiede la fondamentale in DO  è chiaro che attragga le persone che possiedono una accordatura in DO, per l’analogia della medesima fondamentale, in forma rara viene adoperato da persone accordate in RE minore i quali possiedono un FA di cranio che è consonante con il DO, o le persone accordate in SOL per le  affinità armoniche della quinta, comunque nella maggioranza dei casi chi suona un flauto traverso possiede una accordatura in DO:

– il clarinetto in SIb, il Trombone e tutti gli strumenti accordati in Sib, sono particolarmente suonati da persone accordate in Sol minore, per l’affinità con il SIb del loro cranio.

– il corno in Fa, viene suonato da persone accordate in Re minore per le affinità con il Fa del loro cranio.

– la tromba prevalentemente in Sib, è suonata sia da persone accordate in Sol minore per il Sib del loro cranio, e il  mistero di una moltitudine di persone accordate in Do maggiore che suona la tromba in Sib, forse per le affinità con la loro quarta, come persone che sono accordate in Sol minore e  suonano il Fagotto in Fa, per le affinità con il SIb del loro cranio.

– Con gli strumenti in MIb, dai Sax agli ottoni, trovano facilità di emissione persone accordate in Do minore, per  l’affinità con il MIb del loro cranio.

Anche se i Sax contralto in Mib e il Sax tenore in SIb  si somigliano,  apparentemente come il Violino e la Viola, o come anche il clarinetto in Sib e il “piccolo” in Mib, avendo una diversa dimensione ma uguale diteggiatura, si prestano ad un uso didattico complesso dal punto di vista dell’intonazione,  perché non è possibile costruire strumenti a fiato di varie dimensioni mantenendo la stessa accordatura, se non elettronicamente, ma non piacerebbe il suono.

Alla luce dell’esistenza di una “identità acustica”,  per un musicista suonare in SIb o MIb non può essere  la stessa cosa, se un sassofonista passa dal SIb al MIb, si trova con la nota del proprio  “cranio” spostata di una quarta in su, fuori dal suo normale linguaggio, cosa che nel pensiero musicale corrisponde allo sforzo di cantare internamente e  costantemente in acuto,  perché fuori dall’estensione della propria voce, come un cantante con voce da Basso che canta o legge  una parte da tenore.

Diversamente simili sono i problemi per chi passa da un MIb ad un SIb, presumendo che chi si trova bene a suonare su un contralto in MIb  sia accordato in Do minore, lo spostamento in basso della diteggiatura, provoca una limitazione psicologica verso l’acuto, ed una emissione flaccida e costretta verso il basso, analoghe situazioni capitano con clarinetti e ottoni delle varie famiglie.

Gli strumenti ad arco tra le loro famiglie,  pur variando di dimensioni dal piccolo al 4/4 mantengono il medesimo nome delle corde libere, per cui chi impara familiarizza e apprende una diteggiatura stabile nel rapporto con il canto interiore.

Caso curioso del destino della viola che viene suonata dai violinisti, per  analogia con la postura, ma costretti a cambiare la diteggiatura, palesemente sulla viola si troverebbero meglio a suonare i violoncellisti, che conoscono meglio la diteggiatura, o persone accordate in Do a cui hanno fatto studiare il violino e quando hanno preso in mano per la prima volta una viola, hanno continuato a suonarla felici.

 

Carmelo Gaudino

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